La storia dell’informatica è la rubrica dell’azienda di sicurezza informatica Consulthink che racconta l’evoluzione tecnologica e l’evoluzione informatica. E’ arrivato il momento di vedere cosa accadde oggi nel mondo dell’informatica ad ottobre!
6 ottobre 2010: benvenuto, Instagram!
Instagram è un social network che basa il suo successo sulla condivisione di fotografie a cui possono essere applicati in maniera molto semplice dei filtri che migliorano l’immagine o le regalano degli effetti particolari.
Instagram debuttò il 6 ottobre 2010, inizialmente solo su IOS. Negli anni successivi Instagram debuttò anche su Android, Windows Phone, tablet e sui sistemi operativi Windows 10.
Il successo di Instagram avvenne presto: nel dicembre del 2010 Instagram contava già un milione di utenti, a meno di un anno dal lancio ne contava 10 ed ormai ha superato il miliardo di utenti. In Italia ne conta 19 milioni e di questi, 11 milioni sono utenti attivi mensili.
Ripercorriamo brevemente la storia di Instagram. I fondatori sono Kevin Systrom e Mike Krieger che in origine avevano un piano totalmente diverso, quello di realizzare una check-in app – Burbn – scritta in HTML5. Decisero, però, di concentrarsi soltanto sull’aspetto fotografie. Inizialmente i famosi hashtag di Instagram non erano integrati nel social network, risalgono, infatti, all’anno successivo. Instagram nacque per la condivisione di fotografie, ma la storia di Instagram ci racconta che quando fu acquistato da Facebook nel 2012, Mark Zuckerberg aggiunse la possibilità di creare le stories e di condividere video, inizialmente brevissimi, ma sempre più lunghi anche grazie alla recente introduzione della IGTV.
12 ottobre 2012: la nascita di Siri
Siri è la compagna indissolubile di qualsiasi iPhone, eppure, se andiamo a scovare nella storia dell’assistente digitale Apple, possiamo scoprire chi è Siri.
In origine Siri era un’applicazione indipendente per iOS che poteva essere scaricata tramite l’App Store. Gli sviluppatori di Siri avevano previsto una versione anche per i sistemi BlackBerry OS ed Android, ma quando Apple acquistò Siri, svanì la possibilità della sua presenza su altri dispositivi. Che ne dite di qualche curiosità su Siri per conoscere la sua storia da un lato meno tecnico e più sentimentale?
Prima di tutto il suo nome: in norvegese Siri significa: “bella vittoria”. Per quanto riguarda, invece, la voce di Siri, questa cambia in base alla lingua. Dietro la voce della versione americana c’è Susan Bennet, una doppiatrice di Atlanta che non sapeva che il lavoro che stava facendo era per dar voce a Siri. Susan Bennet, infatti, durante l’estate del 2005 registrò per l’azienda ScanSoft una serie di frasi senza senso, le spiegarono che avevano a che fare con un sistema telefonico di messaggistica. Susan Bennet confessò che quel lavoro non la entusiasmava: ripetitivo, poco creativo e senza senso. Non poteva sapere che la Apple avrebbe trovato un senso compiuto per tutte quelle espressioni che aveva registrato. La Bennet si rese conto di aver prestato la sua voce a Siri oltre un anno dopo l’uscita dell’assistente digitale Apple. In ogni caso, da iOS 7 la voce di Siri non è più quella di Susan Bennet. Per quanto riguarda la voce italiana di Siri, questo resta ancora un mistero.
13 ottobre 2000: nasce OpenOffice.org
La storia di Open Office.org, oggi Apache OpenOffice, iniziò ben 15 anni prima in Germania per mano di Marco Boerries che fondò la StarDivision. L’intenzione di Marco Boerries era quella di creare un word processor chiamato “StarWriter”. Nel 1998 Microsoft Office dominava il mercato dei programmi di videoscrittura e StarDivision iniziò a temere per il successo del suo applicativo, per questo decise di offrirne gratuitamente il download. Così facendo attirò l’attenzione di Sun Microsystem e venne acquisita da quest’ultima. Inizialmente l’obiettivo di Sun Microsystem era semplicemente il risparmio: invece di pagare 42.000 licenze Office per i propri dipendenti, questi avrebbero potuto usare la propria suite Office, ma alla fine decise di rendere disponibile per qualunque utente il programma creando il progetto OpenOffice.org, con una community indipendente a disposizione.
La storia di OpenOffice non si ferma qui, in quanto nel gennaio del 2010 Sun Microsystem venne acquisita da Oracle la quale interruppe lo sviluppo ed il supporto di OpenOffice. Alcuni sviluppatori della community, ben presto raggiunti da tutti gli altri, proseguirono lo sviluppo di OpenOffice creando il fork LibreOffice che ottenne anche il supporto di compagnie quali Google, Novell, Red Hat, Intel e Canonical.
Versione dopo versione, LibreOffice si è arricchito di clip art, colori per la tavolozza, font liberi, ha migliorato l’interfaccia utente, i menù, le barre di stato, ha guadagnato una migliore integrazione tra le applicazioni della suite, è arrivato a gestire più velocemente i file e naturalmente ha ottenuto la fiducia di sempre più utenti, in Italia anche nella pubblica amministrazione, nelle scuole e negli ospedali. Il successo di LibreOffice si è raggiunto soprattutto dalle versioni successive alla 4.
20 ottobre 2004: nasce il sistema operativo Ubuntu
Il sistema operativo Ubuntu si caratterizza per la sua facilità d’uso e prevede un rilascio ogni 6 mesi. Non è soltanto un sistema operativo per i computer desktop, ma anche per i dispositivi mobili, IoT e per i server.
Il nome Ubuntu, nelle lingue nguni-bantu, significa “umanità verso gli altri”. Nella filosofia sudafricana è importante il legame universale di scambio per unire l’umanità. Questa idea può essere trasferita nell’ambito software, sottolineando la grande importanza che riveste la comunità degli utenti nello sviluppo del sistema operativo che infatti è composto sia da software proprietario che libero.
Il progetto di Ubuntu nacque per mano di Mark Shuttleworth che riunì dei programmatori per realizzare una nuova distribuzione Linux.
Ubuntu è caratterizzato da un’interfaccia utente semplice ed intuitiva, ottimo supporto hardware, molte applicazioni libere ed un’ottima protezione da minacce informatiche, grazie all’architettura di Linux, famosa per non permettere a programmi nocivi di entrare nel sistema operativo.
Per Ubuntu la community è essenziale, questa può segnalare o correggere gli eventuali bug, proporre idee (che verranno tenute in considerazione dagli sviluppatori per la versione di Ubuntu successiva), aiutare i nuovi utenti nel forum di supporto, tradurre le applicazioni nelle varie lingue e redigere documentazione. Addirittura non mancano team a livello nazionale di supporto e sviluppo. Infine, quando si pianifica la nuova versione del sistema operativo, gli sviluppatori si incontrano fisicamente.
21 ottobre 2001: Apple presenta il primo iPod
L’iPod era un dispositivo per riprodurre musica, ed in seguito anche fotografie, immagini, video e videogiochi, prodotto da Apple. Apple abbandonò definitivamente la produzione di iPod nel 2014.
Il primo iPod aveva un hard disk di 5 GB e si comandava attraverso una ghiera meccanica circolare. Col passare delle generazioni, la capacità di memoria dell’iPod aumentò, il lettore musicale divenne sempre più sottile, la ghiera da meccanica divenne fissa e sensibile al tatto, per poi sparire completamente con l’iPod touch, furono realizzati modelli in più colori, cambiarono i materiali utilizzati e la dimensione e risoluzione dello schermo. La musica poteva essere sincronizzata sul lettore musicale attraverso iTunes, inizialmente compatibile esclusivamente con Macintosh, in seguito anche con Windows. ITunes non era esente da critiche da parte degli utenti in quanto considerato troppo invasivo, per questo erano disponibili vari software gratuiti di terze parti per permettere all’iPod di interfacciarsi col computer.
L’iPod fu un prodotto di grande successo per Apple, tanto più che ne furono fatte varie versioni: classic, sfuffle, mini, nano e touch. Tra i vari modelli delle nuove linee cambiavano i materiali utilizzati per la produzione, i colori, lo spessore – l’iPod diventava sempre più piccolo, in un modello, addirittura, i tasti vennero collocati sul cavo delle cuffie per guadagnare ancora più spazio. Quando la tecnologia touch screen arrivò sul mercato, l’Apple non poté non proporre l’iPod Touch che ricalcava stile, caratteristiche e dimensioni dell’iPhone. L’iPod touch si collegava ad internet tramite il WiFi, permetteva di navigare con Safari, di vedere video su YouTube e di accedere all’iTunes Store per acquistare direttamente sul dispositivo nuovi brani ed album. Con le generazioni future furono introdotti gli altoparlanti per ascoltare le musiche senza cuffie, la fotocamera per scattare fotografie e girare video e si potevano scaricare videogiochi. Naturalmente questi cambiamenti furono accompagnati da un miglioramento del sistema operativo e dei componenti hardware.
L’iPod ottenne un grandissimo successo, aveva il primato nel settore dei lettori di musica digitale, Steve Jobs dichiarò nel 2008 di aver venduto oltre 160 milioni di iPod.
Oggi i lettori di musica digitale sono caduti in disuso, utilizzati perlopiù quando si va a correre, ma nelle altre situazioni la maggior parte delle persone si affida allo smartphone per ascoltare la musica. L’iPod, naturalmente, resta un tassello importantissimo nella storia dell’informatica perché ha rivoluzionato la maniera di ascoltare la musica e sicuramente è ancora in qualche cassetto nelle nostre case.
22 ottobre 2008: HTC Dream, il primo smartphone Android
Col suo schermo touch da 3.2 pollici con risoluzione HVGA a 320×48 pixel, una fotocamera da 3.2 megapixel ed una memoria interna di 200 MB, espandibile fino a 8 GB con microSD, l’HTC Dream, conosciuto anche come T-Mobile G1, è stato il primo smartphone ad implementare il sistema operativo Android. L’HTC Dream è stato prodotto da HTC e Google fino a luglio del 2010.
Paragonato all’iPhone, l’HTC Dream ricevette una serie di critiche: nonostante HTC Dream avesse uno schermo touch, si navigava attraverso i tasti ed aveva una tastiera fisica – la tastiera virtuale, infatti, fu implementata soltanto dalla versione 1.5 di Android – che, tra l’altro, veniva criticata per avere dei tasti troppo piccoli. L’iPhone, invece, aveva – come ha tutt’ora – un solo tasto, quello home. Inoltre anche lo schermo non veniva considerato all’altezza per la visione di video: era di dimensioni ridotte ed aveva un basso contrasto. HTC Dream ottenne, però, anche critiche positive: Android riusciva a tenere testa agli altri sistemi e già mostrava il suo potenziale tanto più che il primo smartphone Android vendette un milione di copie in poco più di un anno.
23 ottobre 2009: Microsoft rilascia Windows 7
Windows 7 è il sistema operativo Microsoft successore di Windows Vista e compatibile con tutti i suoi applicativi. Il nome in codice di Windows 7 era “Vienna”.
Per Windows 7, Microsoft si focalizzò molto nel miglioramento dell’interfaccia grafica con una nuova barra delle applicazioni e sull’ottimizzazione dei tempi di avvio del sistema: 15 secondi contro i 30 necessari per Windows Vista. A differenza degli altri sistemi operativi precedenti, inoltre, Windows 7 era in grado di gestire contemporaneamente più schede grafiche, anche di produttori diversi.
Molte delle applicazioni presenti nei precedenti sistemi operativi Microsoft – Windows Calendar, Windows Mail, Windows Movie Maker e Windows Photo Gallery – non furono inserite in Windows 7. Altra caratteristica che arrivò con Windows 7 fu la possibilità di modificare automaticamente lo sfondo del desktop dopo un certo periodo di tempo.
Windows 7 nacque dall’esigenza di Microsoft di riabilitare la sua immagine dopo l’insuccesso di Windows Vista che non fu accolto molto positivamente dagli utenti. Microsoft curò meglio anche la sua strategia di marketing, facendo tesoro di quanto appreso da quella di Windows Vista: il gruppo di sviluppatori di Windows 7, per esempio, rilasciò gradualmente informazioni riguardo le nuove funzionalità, così come gli appassionati di informatica poterono scaricare ufficialmente le versioni preliminari di Windows 7 e rilasciare feedback per gli sviluppatori.
Windows 7 ottenne molto successo, complice anche il fatto che molti utenti rifiutarono di passare a Windows Vista prima ed a Windows 8 dopo ed anche perché Microsoft interruppe il supporto a Windows XP nel luglio del 2014. Ancora oggi, con tutto che siamo arrivati a Windows 10, molti utenti continuano ad avere sul proprio PC ed ad utilizzare Windows 7.
30 ottobre 1987: NEC lancia il PC-Engine
Appassionati di videogiochi, questo tassello della storia dell’informatica vi riguarda!
Il PC-Engine era una console a 8 bit della NEC in collaborazione con Hudson Soft commercializzata in Giappone il 30 ottobre del 1987. Il nome rievocava i PC prodotti da NEC, il PC-88 ed il PC-98, molto popolari in Giappone negli anni ’80.
Il PC-Engine ottenne un ottimo successo tanto da raggiungere il milione e mezzo di unità vendute nel 1988 e per questo NEC pensò di iniziarne la commercializzazione anche nel mercato statunitense. In USA la console cambiò nome in TurboGrafx-16 ed a New York e a Los Angeles fu disponibile dall’estate del 1989, mentre il resto degli Stati Uniti dovette attendere l’autunno dello stesso anno. Oltre al cambio di nome, la TurboGrafx-16 era diversa anche esteticamente: era più grande e nera, poteva eseguire i giochi su CD-ROM, ma nonostante utilizzasse le stesse cartucce della versione giapponese, i titoli giapponesi non giravano sulla console. Alcuni pezzi del PC-Engine furono commercializzati anche in Europa col nome di TurboGrafx.
Nel 1990 NEC presentò anche la versione portatile della console, compatibile con tutti i giochi del PC-Engine.
La produzione del PC-Engine, con le sue versioni successive, terminò nel 1995 a causa della concorrenza del mercato: Nintendo e SEGA avevano quote di mercato più ampie e nonostante NEC provò a cambiare la situazione con migliorie alla console e con un abbassamento dei prezzi – sia nel mercato giapponese che in quello statunitense – non riuscì a capovolgere la situazione.
Ottobre è stato un mese bello ricco riguardo cosa accadde oggi nel mono dell’informatica. Ci rivediamo il prossimo mese e se vi siete persi qualche capitolo della nostra rubrica sull’evoluzione informatica e tecnologica, leggete la storia dell’informatica a giugno, luglio, agosto e settembre!
Redatto da Lucia D’Adamo