Intel, droni, chip quantici e neuromorfici, l’intelligenza artificiale diventa sempre più performante
Di intelligenza artificiale esistono varie definizioni, una riassuntiva afferma che l’IA è l’abilità di un computer di poter svolgere attività e ragionamenti prerogativa della mente umana. L’IA si ricollega all’apprendimento automatico, ossia alla disciplina che consente agli oggetti dotati di IA di migliorare automaticamente (grazie ad appositi algoritmi) le proprie performance basandosi sull’esperienza passata. Negli ultimi anni l’IA si sta sviluppando sempre di più grazie a due fattori molto importanti:
- la presenza di un’infinità di dati,
- la presenza di macchine sempre più potenti che riescono ad analizzare questi dati in tempi brevi e soprattutto sono in grado di fornire risultati molto attendibili; per questo l’analisi predittiva sta diventando sempre più precisa.
L’intelligenza artificiale si declina in macchine a guida autonoma, robot di tutti i tipi, passando per la miriade di “oggetti intelligenti” dell’Internet of Things dai quali, ormai, siamo circondati. La diffusione dell’IoT sarà inarrestabile, nonostante la consapevolezza che questi oggetti sono sì intelligenti, ma non sicuri, non avendo, nella maggior parte dei casi, sistemi forti di gestione dei dati e degli accessi. Tuttavia, la diffusione degli oggetti intelligenti non si può fermare, Gartner stima che per il 2020 avremo oltre 25 miliardi di oggetti connessi ad internet ed ognuno di noi avrà giornalmente almeno 15 sensori addosso. Produrremo dati camminando, per la precisione 1,5 GB di dati giornalieri prodotti da ciascuno di noi. Ma cosa si può fare con tutti questi dati? Oltre a creare tecnologie che possano immagazzinarli, analizzarli e trasformarli in informazioni che possano aiutare le aziende a pianificare le proprie strategie, si potrebbe pensare a nuovi business, ad aziende che vendano servizi basati sui dati.
Dal CES 2018 alle Olimpiadi invernali 2018: Intel e l’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale, essendo un tema estremamente attuale, è stato il fil rouge del CES 2018 e tra i tanti stand quello che racchiudeva tutte le novità tecnologiche del CES è stato senza dubbio quello di Intel. Già nel suo keynote di apertura ha mostrato quanto l’intelligenza artificiale possa fare: la band “Algorithm and Blues”, sfruttando la tecnologia RealSense di Intel, ha suonato un repertorio pop utilizzando soltanto gesti e strumenti virtuali.
L’intelligenza artificiale può essere inoltre implementata a vantaggio della realtà virtuale ed immersiva. Altra tecnologia presentata da Intel è stata “True View” che potrebbe rivoluzionare lo storytelling degli eventi sportivi e della cinematografia. Tale tecnologia è già stata usata durante le olimpiadi invernali che si sono da poco concluse nella contea di Pyeongchang, in Corea del Sud. Gli atleti indossavano dei sensori che mostravano agli spettatori esattamente ciò che gli atleti stavano vivendo. Durante il CES 2018 Ferrari ed Intel avevano presentato la loro collaborazione per far sbarcare l’intelligenza artificiale nella Ferrari Challenge North America Series. Grazie alla potenza di elaborazione dei processori scalabili Intel Xeon ed al framework neon per il deep learning, sarà possibile mostrare in streaming agli spettatori cosa vedono i piloti. Dagli eventi sportivi alla cinematografia, vi è già un contatto tra Intel e la Paramount Pictures per far sbarcare questa nuova tecnologia anche a Hollywood.
Tutto ciò si ricollega allo slogan di Intel: “Be the actor”: lo spettatore non è più soltanto un semplice osservatore, ma potrà diventare un vero e proprio attore, potrà vivere la scena come se ne fosse il protagonista trovando davanti a sé ostacoli e problemi o gradite sorprese e grazie alle telecamere a 360° alle quali Intel sta lavorando, lo spettatore potrà addirittura muoversi nella scena per viverla ancor di più sulla propria pelle.
Chip neuromorfici e quantistici
Le novità in casa Intel non finiscono qui. La multinazionale statunitense, infatti, sta lavorando ai chip neuromorfici con “Loihi”. Il chip, esattamente come il cervello umano che vuole imitare, studia il modello per trovare la soluzione migliore per la sua risoluzione. Grazie a questo chip, che per adesso è solo un progetto, si avranno prestazioni dei processori decisamente migliori ed un’efficienza energetica fino a 1000 volte maggiore.
In particolare, però, Intel sta lavorando ai chip quantistici, fondamentali per l’IA. Un computer quantistico è un computer che “sfrutta le leggi della fisica e della meccanica quantistica per l’elaborazione dei dati sfruttando come unità fondamentale, al posto del classico bit, il qubit”. Per un approfondimento sul computer quantistico, vi invitiamo a leggere quest’articolo di “ai4business”. Un computer quantistico è in grado di processare nello stesso momento, poiché opera parallelamente, più soluzioni ad un singolo problema, a differenza del computer tradizionale che deve svolgere calcoli in sequenza. Durante il CES 2018, Intel ha presentato il primo chip a 49 qubit, solo pochi mesi prima aveva presentato la versione a 17.
Droni: dal volocopter ai giochi di luce
Non si possono non citare i passi in avanti fatti da Intel con i droni. Durante il CES 2018 è stato presentato il Volocopter, un drone elettrico che atterra e decolla in verticale con intelligenza Intel Falcon 8+ che può essere usato per il trasporto di passeggeri. Intel, poi, ha mostrato i suoi droni con tecnologia Shooting Star, si tratta di sciami di droni che volano in cielo e formano bellissimi giochi di luce. Lo spettacolo si è potuto ammirare sia durante il keynote di Intel al CES 2018, quando i droni senza GPS, ma coordinandosi comunicando tra loro, hanno dato mostra di sé lasciando estasiate le persone che hanno partecipato al keynote, sia durante la cerimonia d’apertura dei giochi olimpici invernali.
L’intelligenza artificiale, quindi, sta facendo passi da gigante, sta diventando sempre più intelligente anche se siamo ancora molto lontani dai livelli del cervello umano. Man mano che si evolve, però, cambierà la nostra quotidianità aiutandoci e rendendoci sempre più intelligenti e performanti.
Redatto da Lucia D’Adamo, supervisionato da Marco Pirrone