Il termine Business Intelligence viene usato per la prima volta da un dipendente di IBM, Hans Peter Luhn, in riferimento al processo che prevede di collezionare dati per trasformarli in informazioni da usare per pianificare le decisioni aziendali. Oggi, il rapporto tra Big Data e Business Intelligence è strettamente interconnesso e può portare notevoli benefici all’azienda che sappia valorizzarlo per migliorare la propria competitività.
La business intelligence è la chiave che consente al management di prendere decisioni concrete a partire da informazioni reali e veritiere. Una efficace analisi dei dati a disposizione dell’azienda consente di prendere in poco tempo decisioni, di perseguire al meglio gli obiettivi aziendali e di essere più competitivi proprio perché parte da valori reali e da analisi su una notevole mole di valori. Altri vantaggi derivanti da una corretta analisi dei Big Data sono la diminuzione dei rischi e dei costi da un lato, un aumento dei ricavi e delle opportunità dall’altro, perché si riesce a comprendere meglio i bisogni dei propri clienti. In un’ottica di comprensione dei bisogni e delle criticità espresse dai clienti, si può proporre un’offerta adeguata. Inoltre, diviene più facile prendere decisioni in quanto si ha una visione univoca delle informazioni presenti in azienda e la conoscenza viene condivisa maggiormente all’interno dei dipartimenti e delle aree.
Quali interconnessioni ci sono tra la gestione dei big data, l’analisi e la business intelligence?
Negli ultimi tempi la nostra capacità di collezionare dati è aumentata a dismisura, basti pensare solo ai dati prodotti attraverso i social network, che costituiscono un patrimonio informativo per il reparto marketing di qualsiasi azienda B2C. Queste grandi moli di dati richiedono tool e metodologie ad hoc per poter essere memorizzati e analizzati ed è proprio attraverso l’analisi dei dati e l’utilizzo degli stessi che la business intelligence si sta sviluppando sempre di più. La business intelligence parte dall’analisi dei dati, o la richiede, per migliorare l’offerta aziendale, il management, le vendite, e proporre la migliore risposta alle esigenze e ai trend emergenti.
Quali sono i vantaggi relativi all’utilizzo delle tecniche di business intelligence per le PMI?
Qualsiasi azienda al giorno d’oggi produce, ed è in grado di collezionare, diversi dati che analizzati in maniera opportuna possono facilitare i processi decisionali aziendali. Purtroppo, però, solo il 13% delle PMI italiane, come ha illustrato l’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence del Politecnico di Milano nel suo report del 2016, investe in questo campo. Mentre le grandi aziende, nel 2016, sono arrivate ad investire 785 milioni di €. È quindi importante che le PMI non solo comprendano il valore dell’analisi dei Big Data e i benefici derivanti in un’ottica di Business, ma che si adoperino per strutturarsi in modo da avere un sistema per la raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati.
Tra i settori aziendali in cui il legame tra Business Intelligence e operatività è più evidente, di sicuro c’è il reparto marketing perché è quello che ha oggi un maggior ventaglio di modi di collezionare dati di qualità che possono consentire una profilazione dettagliata dei clienti per ogni tipologia di offerta aziendale, permettendo così di ottimizzare le campagne di marketing. Allo steso tempo, il reparto marketing, analizzando una grande mole di dati relativi a target profilati in dettaglio, può creare proposte per poter lanciare sul mercato prodotti che vadano incontro alle caratteristiche della domanda.
Come può una PMI avviare il lavoro di business intelligence su grandi quantità di dati?
Una PMI può avvicinarsi al settore dei Big Data affidandone la gestione a professionisti esperti oppure attraverso l’installazione di software: ne esistono diversi, compresi strumenti gratuiti ed open source, ma conviene sempre farsi guidare, sia nella scelta del software che delle metodologie, da esperti che possono prendere decisioni rilevanti a livello di Business Intelligence solo dopo aver esaminato tutte le tipologie di dati a disposizione della singola azienda.
Redatto da Lucia D’Adamo, in collaborazione con Luigi Laura, supervisionato da Marco Pirrone